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Donne e politiche di genere
nella società tunisina del post-2011

MOBILIZING WOMEN TUNISIA

Quando si parla di emancipazione femminile e politiche di genere, la Tunisia viene spesso citata come esempio senza eguali tra i paesi del Sud del Mediterraneo. Eppure, nonostante i tanti passi avanti, il percorso di democratizzazione intrapreso dal Paese all’indomani del 2011 è stato accidentato e resta tuttora incompleto. Dal 25 luglio 2021, giorno in cui l’attuale presidente Kais Saied ha attuato un vero e proprio “colpo di Stato istituzionale”, la tenuta della fragile transizione democratica vacilla. 

Di fronte all’urgenza di arginare una crisi economica strutturale, che nel 2021 si è trasformata in crisi politico-istituzionale riaprendo le porte all’autoritarismo, le rivendicazioni dal basso in tema di diritti civili tornano al centro del dibattito pubblico.

I tunisini e le tunisine non rinunciano a quegli spazi di libertà che hanno strappato all’ex dittatura di polizia occupando le piazze dal 2011 ad oggi. 

Se da un lato il processo di democratizzazione ha gettato le basi per cambiamenti radicali, in particolare dal punto di vista legislativo, alla prova dei fatti questi assomigliano più ad interventi cosmetici che sostanziali. Questo vale anche per l’inclusione e la partecipazione reale delle donne negli ambiti sociale, politico ed economico del paese.

Le voci di diverse anime femminili del paese, restituiscono complessità a un panorama spesso descritto come monolitico, quello delle donne tunisine, mettendo in luce punti di forza e contraddizioni delle politiche di genere implementate in Tunisia nel periodo post rivoluzionario.

Questo coro di voci è composto da donne che hanno ricoperto cariche istituzionali di primo piano, attiviste, artiste, giornaliste, sindacaliste e contadine. Le loro storie sono raccolte in questo webdocumentario.

Strategie e politiche

le donne delle istituzioni

Cambiamento dal basso

il ruolo delle attiviste

I progetti sul campo

antirazzismo, agricoltura e migrazione