Wassila Saidi

Con la crisi economica che avanza a grandi passi, l’inflazione galoppante e il mercato del lavoro bloccato per le generazioni più giovani, sono sempre di più i tunisini e le tunisine a lasciare il paese. I dati raccontano di un esilio che non sembra volersi fermare malgrado i cospicui investimenti italiani ed europei per impedire o almeno frenare le partenze irregolari. Ma dall’altra parte del Mediterraneo, l’Italia si scorge da lontano, miraggio di chi cerca un’alternativa. I numeri non sorprendono: nel 2021  il 23% delle persone arrivate in Italia via mare erano originarie della Tunisia, facendo del paese la provenienza più rappresentata e lo stesso vale anche per il triennio precedente. 

Troppo spesso però, il dibattito sul tema in Italia è estremamente semplicistico. Al termine di questo viaggio attraverso le voci di diverse anime femminili del paese, a ribaltare la prospettiva sono le parole di Wassila Saidi, focal point per l’ufficio di Tunisi di ANOLF, l’Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere. 

Dal 2020 Saidi è focal point di Anolf Piemonte a Tunisi per la  seconda edizione del progetto Mentor, un progetto italiano co-finanziato dall’Unione Europea che mira a  promuovere “il modello di mobilità e migrazione circolare dei giovani tra Italia, Marocco e Tunisia per motivi di studio e di lavoro”, come si legge sul loro sito (https://mentor2.org/). In pratica, il progetto permette ad un gruppo di 50 giovani marocchini e tunisini di svolgere tirocini professionali presso imprese milanesi e torinesi, per poi rientrare nei propri territori d’origine con maggiori competenze, e contribuire allo sviluppo locale. 

“È vero, 50 persone all’anno sono una goccia nel mare, ma la sfida è innanzitutto proporre un’alternativa e fare informazione sulle vie legali alla migrazione”, spiega Saidi. L’obiettivo dell’associazione è proprio cambiare la percezione della migrazione, da minaccia a opportunità comune. Quella della migrazione, spiega Saidi, è una sfida complessa, ed è sempre più una questione sociale e politica, non solo lavorativa, come mostra il numero sempre maggiore di donne tunisine che vorrebbero emigrare all’estero.

ASCOLTA L’INTERVISTA

  • Continua con la storia di Saadia Mosbah

    Fondatrice dell’associazione antirazzista Mnemty

  • Continua con la storia di Lella Kmar

    La cooperativa delle donne